Astro del ciel
- Paini Alessia
- 18 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Astro del ciel, Pargol divin,
Mite Agnello redentor,
Tu, che i vati da lungi sognar,
Tu, che angeliche voci annunziar,
Luce dona alle menti
Pace infondi nei cuor.
Astro del ciel, Pargol divin,
Mite Agnello redentor,
Tu, di stirpe regale decor,
Tu, virgineo, mistico fior,
Luce dona alle menti
Pace infondi nei cuor.
Astro del ciel, Pargol divin,
Mite Agnello redentor,
Tu, disceso a scontare l'error,
Tu, sol nato a parlare d'amor,
Luce dona alle menti
Pace infondi nei cuor.
Spartito:
Storia:
Un canto di speranza per l'Europa in ginocchio. Scritto nel 1816, in tedesco, dal sacerdote salisburghese Joseph Mohr e poi consegnato, nel Natale del 1818, al compositore e maestro di scuola Franz Xaver Gruber, che scrisse una melodia adeguata ai versi, "Stille Nacht! Heilige Nacht!" riuscì a trasmettere, fin dalla prima esecuzione, in una chiesetta di campagna, un messaggio talmente pieno di speranza da risultare rivoluzionario. Quando la canzone vide la luce, infatti, l’Europa si trovava in una fase di profondi cambiamenti, travolta da guerre, sovvertimenti politici e crisi economiche che per decenni avevano traumatizzato e dissanguato la popolazione. Con guerre e campagne militari, Napoleone aveva saccheggiato, incendiato e ridotto all’impotenza intere regioni e a ciò si era aggiunta, nel 1816, una catastrofe naturale dalle ripercussioni devastanti: un intero anno privo di estate, con quattro stagioni quindi prive di raccolti e un ovvio seguito di fame e miseria.
Per saperne di più: https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2017/12/24/news/astro_del_ciel_compie_200_anni-184790618/
Strumentale:
Riferimenti biblici:
Luca 2.1-20: In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero. Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"». E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini che egli gradisce!» Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere». Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo. E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunciato.